mercoledì 17 settembre 2014

L'anello magico

Quale regina è degna di definirsi tale se non è carica e oltremodo impreziosita da gioielli di varie carature e misure.
E' qui che comincia la nostra storia, la favola della regina Ragadè e dell'anello magico.
Un anello comune, avremmo detto a prima vista. In realtà quell'anello tutto d'oro tempestato di brillanti della Norvegia non era altro che una vera e propria macchina realizza-desideri.
Presa dalla stanchezza e dalla noia di palazzo, infatti, un giorno la regina disse ad alta voce: "Che noia. Sono presa dalla stanchezza e dalla noia di palazzo. Quanto vorrei per me un dolce cagnolino che mi facesse le fusa come un dolce gattino".
L'anello si illuminò immediatamente di un azzurro splendente, cominciando ad emettere scintille multiformi, una delle quali bruciò il dito della regina sfigurandole per sempre il viso.
Da allora la regina Ragadè fu chiamata regina Facciavacca, e nessuno osò più parlarle da quanto era brutta e inguardabile.
La regina, presa dalla disperazione, riuscì a sopravvivere alla morte, morendo però subito dopo.



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