C’era una volta un bimbo
calamitato.
Gli bastava entrare in cucina
per attrarre verso di sè padelle, mestoli, mortai, cucine, forni, coltelli e,
se opportunamente parcheggiate in cucina, automobili.
Tiziano, si chiamava, ma per
questa specialità calamitosa tutti lo chiamavano Tiziano Ferro.
Quando girava per strada gli
si appiccicavano addosso le monete dei mendicantes, i mendicanti spagnoli.
Andava in aeroporto e gli si
attaccavano gli aerei in faccia.
Non poteva andare in stazione
che i treni di ferro lo rincorrevano.
Preso dallo sconfort, parola
inglese che sta per “disperazione”, decise così di fare una bella nuotata in
mare, per combattere la tension, parola inglese che sta per “nervosetto”. Ma
una imitazione in ferro battuto del Titanic emerse dal fondo delle acque e si scaraventò
su Tiziano Ferro rendendolo protagonista di un film di successo, evento che
come sappiamo porta inevitabilmente a una pioggia di flash, che fanno molto
male se non hai un umbrella, termine inglese che sta per “fine”.
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In fondo al mare, in aperta
campagna, viveva un bue molto maschio.
Il suo sport preferito era
guardare lo sport alla tele e guardare le lattine di birra, come i maschi veri.
Ma non solo: beveva alcol, si
abbonava a Sky e nel tempo libero andava nei peep show a guardare il vetro.
Era talmente maschio che
chiamarsi bue con la E finale gli dava molto fastidio.
I nomi maschili, infatti, lo
sanno tutti, finiscono per O: OZONO, OTOTOTO, TORO, OCOCCO, YOKO, ONO.
Così decise, a marzo circa, di
smetterla di chiamarsi Bue.
Prese il coraggio a quattro
mani con le zampe, e da che era BUE iniziò a spacciarsi per BUO.
Ma si sa, lo spaccio è
vietato, per cui la polizia lo scoprì gridandogli EHI!
E lui, con la morte nel cuore,
non potè far altro che morire dopo aver lanciato un urlo maschio.
Che faceva pressappoco così: F
Guarda la fiaba qui!!!
Anche quest’anno, cari bimbi al pascolo, Natale cade il
25 dicembre.
Tutte le tribù del mondo, gli inkia, i crauti, gli
hipster dalla barba calva e persino i bambini aspettano che Babbo Natale scenda
dal caminetto per portare i doni.
Qwerty Tarantino era un bimbo appassionato sia di
tecnologia che di Babbo Natale.
Se disegnassimo un’infografica, Qwerty era interessato in
egual modo sia a Babbo Natale al 30% sia alla tecnologia al 90%. Ma in egual
modo.
Nonostante i metri di neve, Qwerty Tarantino una sera
uscì di casa per andare a imbucare alle Poste un sms per Babbo Natale in cui
gli chiedeva in dono una monorotaia ipertecnologica.
La voleva così: un solo vagone, a forma di palla, con tre
buchi in alto tipo bowling, verde e con un cappello.
Qwerty tornò a casa carico di speranza e attese accanto al caminetto acceso Babbo
Natale per giorni e giorni e giorni. E anche una notte.
Finchè Babbo Natale arrivò! Con renne e slitta e
monorotaia si infilò nel caminetto, ma il fuoco era accceso per cui VIVA! TUTTI
A FESTEGGIARE IL NATALE BABBO NATALE E RENNE E MONOROTAIA ALLA GRIGLIA!
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C’era una volta un principe a
cavallo che faceva tutto a cavallo.
La doccia a cavallo a cavallo,
il gioco del tennis a cavallo a cavallo e, di notte, dopo i pacchi, andava a
letto a cavallo, sul cavallo.
Un principe amava davvero i
cavalli. E come dargli torto... I cavalli, si sa, sono amorevoli e totalmente
bio.
Un giorno il principe e il
cavallo guadarono il fiume a cavallo e raggiunsero la vecchia casa del mago
Antonello da Messina, vero nome di Leonardo da Vinci, pseudonimo di Peppino di
Capri.
TOC TOC, fece il principe
sceso da cavallo del cavallo bussando alla porta.
Chi chi?, rispose il mago. CHI
CHI? RISPONDENTE! SUBITANTE!
QU OSE PARLANTE NEL MOTO
COSI’? EHN?, rispose il principe. NINGUNO POTE CIARLARE SU PRINCIPESCO CHE
STANTE SU CABALLO USANTE TANTA ARDAZZA!
Insomma, il mago non sapeva
parlare ma nemmeno il principe era in grado di rispondere.
Così si presero a cazzotti,
mancandosi, perché non solo non riuscivano a parlarsi, ma nemmeno a vedersi.
A furia di dare botte al
vento, il vento si arrabbiò e creò una mega tromba che risucchiò mago e
principe.
Al cavallo non rimase altro da
fare che tornare a cavallo alle stalle, dove lo attendeva un cavallo di troia
con dentro la morte.
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