mercoledì 26 settembre 2012

Pistolino il traslocatore.

Quante volte tutti i bambini hanno cambiato casa: due, tre, cento, mille volte forse, ed ogni volta Pistolino era con loro, il traslocatore matto e giocherellone.
La sua ditta di traslochi era vecchia quanto un nonno, e campava grazie a un furgone rosso fiammante con cui girava a destra e a manca, ma soprattutto a manca. 
Pistolino era il miglior traslocatore di tutta Roma. Si narra che i suoi avi avessero addirittura costruito il Colosseo.
E il nome lo dimostra.
Gran lavoratore il nostro Pistolino.
Un giorno la marchesa Giuseppina Accetto di Buongrado dovette traslocare per un problema di formiche in cucina, per cui cercò Pistolino per un trasloco pulito e veloce.
Pistolino non lasciava nulla al caso, per cui, di buona lena e con estrema precisione incartò tutto il contenuto della villa e lo spostò col furgoncino nella nuova abitazione a Villa Borghese.
La marchesa era gran contenta del lavoro svolto e pagò molte cento lire per ringraziare Pistolino.
Preciso e attento come sempre, Pistolino non dimenticò di incartare proprio nulla, nemmeno le formiche, una ad una, che rimise al loro posto, proprio dove le aveva trovate, cioè in cucina.
La marchesa si infuriò come una biscia ancora nell’esercizio delle sue funzioni e uccise Pistolino con un coltello rovente, mentre le formiche si avventarono sulla nobile Giuseppina Accetto di Buongrado, rosicchiandole la protesi in legno.

mercoledì 19 settembre 2012

Pannolone, la splendida città degli anziani.

C’è un paese nel mondo in cui tutti sono molto anziani: la splendida città di Pannolone.
Pippo Tommasino, il nipotino più giovane del paese, disse: “Basta con questi vecchi, ci vuole giovanilismo! Basta con questa cosa che le persone vivono tanto. Da domani bisogna vivere di meno, che sennò non va bene, e poi si fa troppo baccano!”
Tutti seguirono subito il consiglio del saggio bambino, finché dopo un po’ capirono che si trattava di una cavolata galattica e lo soppressero con la varechina e un po’ di gesso mentolato.

mercoledì 5 settembre 2012

Il principe cane e la regina slovacca.

Nella lontana terra di Germinario, c’era un principe con la faccia di cane e sua mamma, la regina Slovacca proprio non se ne faceva una ragione.
Come poteva un bel ragazzo come il suo figliolo avere quella brutta faccia di cane?
“Che fare?”, si domandava notte e giorno, lasciando al suo consorte tutto il resto delle faccende.
La regina in effetti era troppo occupata a chiedersi “che fare?”
Quando al compimento dei diciotto anni si scoprì che in realtà la faccia di cane era un adesivo facilmente staccabile con un po’ di sapone, fu subito festa, con palloncini, spumanti, donne vergini e non, carte, briscole e tanti tanti balli sfrenati, che durarono fino all’alba, quando un petardo ricordò a tutti che erano le sei e bisognava avviarsi sul luogo di lavoro.
Ah, se solo quel petardo fosse esploso in cielo.





Translate