mercoledì 27 giugno 2012

Il principe bruttissimo e la scarpetta.


C'era una volta un principe bruttissimo, talmente brutto che nemmeno i rospi volevano baciarlo.
Era più brutto di una palude puzzolente marrone piena di topi morti e di rane velenose morte di sifilide fulminante morta.
Era proprio orribile.
Una sera a palazzo il re prese il principe da parte, indossò i guanti e strattonandolo con ribrezzo gli disse: “Tu sei brutto! Sbrigati o morirai!”
Il principe, udite quelle parole sagge e intelligenti, decise di cercare la sua sposa, girando per tutte le case del reame con una scarpa in mano.
Quando bussava nessuno gli apriva perché pensavano: “Ma chi è costui così brutto con una scarpa in mano? Sarà un pazzo? Non bisognerebbe riaprire i manicomi? Non bisognerebbe riaprire le case chiuse?”
Ma il principe non si dette per vinto.
Dopo lungo peregrinare, infatti, una anziana signora gli aprì la sua casa, poi infilò gli occhiali e visto quant'era brutto gli gettò violentemente uno zoccolo di ferro in mezzo alla testa uccidendolo nel giro di una buona mezz'oretta.

martedì 26 giugno 2012

Gianni il giaguaro.

Nel caldo deserto del Sahara, viveva un giaguaro chiamato Gianni, proprio perché guardandolo aveva la tipica faccia da Gianni.
Un giorno il giaguaro stava facendo una delle sue camminate digestive.
Guardandosi attorno disse: “Però, qui oggi non c’è un’anima viva!”
Ma degli uomini appostati in gran segreto dissero: “Orpo, un giaguaro che parla!”
Lo catturarono, piazzando una tagliola a forma di donna nuda.
I bracconieri dapprima lo vendettero allo zoo di Unghia, la capitale occidentale di Gamba, poi lo usarono in tv come pubblico dei programmi della domenica per generare polemiche e scandali di cui parlare con gli psicologi dai capelli lunghi.
Alla fine però fu arrostito alla sagra del giaguaro di Rovinate di Sotto in provincia di Milano.
Un panino due euro. Tre panini, cinque.

venerdì 22 giugno 2012

La bacchetta magica di Fata Roberta.


Fata Roberta aveva una bacchetta magica.
Tutti volevano vedere la bacchetta.
Tutti volevano appurare la veridicità di questa bacchetta.
Ben Presto, però, si scoprì che non si trattava di una bacchetta magica, bensì di una barchetta magica, cosa ben diversa.
Avevano capito male tutti quanti.
Secondo un’altra parte politica, era lei che si era spiegata male.
Già, era colpa sua.
Tempo un paio d’ore e la misero alla forca.
Gran brutta fine per Fata Roberta, che poi non era neanche fata, ma fava, fava Roberta.
Era in realtà un legume.
Alla forca il legume!

mercoledì 20 giugno 2012

La dolce fiaba delle 7 bandiere.

Quando una bandiera svetta in cielo è sempre una festa per i bambini.
Quel giorno la bandiera al vento non era una, non due, non tre, non dieci, non quattro, non tre, non undici, non cinque, ma ben sette! Non sei!
I bambini esplosero di felicità, macchiando di sangue tutte le bandiere che comunque si asciugarono al vento.

lunedì 18 giugno 2012

La regina e gli scacchi.


C’era una volta una regina che non riusciva mai a vincere ad un gioco di società, dal ramino alla dama.
Nonostante le sue serve e le sue donne di compagnia facessero di tutto per perdere o per farla vincere, lei proprio non riusciva.
E questa disdetta continua era fonte di grande dolore, acredine e tristume.
Perdeva a carte, ruote delle fortune, enalotti, cacce ai tesori, lippe, palle avvelenate, bolle di sapone, tric trac e sbaraglino.
Non c’era niente da fare.
Era proprio sventurata.
Ma un giorno l’inventore di corte, Martino Redditizio, che ne sapeva una più del diamine, inventò appositamente per lei il gioco degli “scacchi a uno”.
Era matematicamente impossibile perdere.
La regina infatti finalmente poté cominciare a giocare felice e raggiante, almeno fin quando, perseguitata dalla sfortuna, perse ancora, piangendo lacrime amare che nel giro di poco diventarono acide e le corrosero la faccia.

giovedì 14 giugno 2012

Il gatto nero con una vita in più.


Nel mondo ci sono un milione di gatti.
Se contiamo un milione di gatti per 7 vite ciascuno, si arriva a 7 milioni di vite. Una cifra spaventosa se ci pensate.
Ma c’era un gatto che aveva una vita in più.
Gatto Mazzo, il gatto fortunato.
Però anche lui cominciò a perdere vite.
Una la perse al bar, in una scommessa.
La seconda la perse in qualche zaino.
La terza sotto una macchina.
La quarta in un buco.
La quinta per guida in stato d’ebbrezza.
La sesta gli fu confiscata dalla finanza.
La settima la perse ai dadi.
Ma tanto”, disse, “ne ho un’ottava!”
Povero gatto Mazzo.
Era tutto uno scherzo.
Un pesce d’aprile.
Uno scherzo da prete.
Non c’era nessuna ottava vita.
Mazzo morì di crepacuore.
Però lo scherzo bisogna ammettere che riuscì benissimo!
Avercene di scherzi così.

mercoledì 13 giugno 2012

La pecora in vacanza.


Quando una pecora va in vacanza tutto il mondo le sorride.
Le farfalle volano.
Gli uccellini cinguettano.
Il vento soffia.
Le gambe tremano.
Le malattie avanzano e la morte arriva.
Inesorabile.

domenica 10 giugno 2012

Linda e la tartaruga.

C’era una volta una tartaruga che viveva nella casa della piccola Linda, una bambina educata e sempre ben vestita, intestataria di una vasta tenuta di roveti di more.
La tartaruga era davvero vecchia e anzianissima.
Qualcuno era pronto a sostenere che avesse duecento anni, chi diceva trecento.
I bagarini la davano vecchia 10 a 1.
Tutti, chi più chi meno, pensavano fosse vecchia.
Invece la tartaruga era solo vestita in maschera, perché le piaceva fare questi scherzi alla gente.
Una vera tartaruga simpatica con tanto di diploma e certificazione Iso.
Ma era lenta nei suoi scherzi, tant’è che questa cosa che in realtà era giovane e mascherata si scopri tardissimo, che era già morta.
Ma anche quello era uno scherzo, e tutti risero con lei.
Anche la tartaruga rise.
Ma in realtà era uno scherzo perché le tartarughe non ridono.
Aveva solo un registratore acceso nella pancia.
Che forte questa tartaruga! Gabbava tutti in continuazione.
La piccola Linda, che doveva essere coprotagonista della storia, stanca di avere una parte marginale la uccise.
Be’, anche Linda aveva il suo perché.

venerdì 8 giugno 2012

Pirù, lo gnomo sfortunato.

Nel bosco di Franchezza, viveva lo gnomo Pirù, il più basso degli gnomi perché alto circa un centimetro e mezzo.
In tutta Franchezza tutti lo conoscevano come lo gnomo che non finiva le parole.
Infatti, per un problema verbale ereditato da nonna Pacchia, Pirù non era in grado di parlare correttamente.
Una sera andò da mastro Cane a fare la spesa. Gli disse: “Caro Mastro Cane, mi servirebbero per piacere due arance gnome, quattro bacche, un secchio d’acqua fresca, un crine d’asina e del latte di birra.”
Il mastro Cane non capì nulla del suo discorso, ma proprio niente.
Era evidente che Pirù non parlava bene.
Così Pirù gli chiese, scandendo bene le parole: “Mastro Cane, devo forse ripetere quello che le ho appena detto?”
Mastro Cane lo guardò storto.
Povero Pirù, che non si capisce nulla di quello che dice.
Il sindaco di Franchezza, Franchino Carate Brianza, lo soppresse con la ‘nduja calabra.

mercoledì 6 giugno 2012

Rossella, la bimba bassina.

Nella grande città di Arcata Superiore viveva una bambina di nome Rossella. Era tenera e paffuta, ben voluta da tutti, ma con un grosso problema. Era bassa. Nonostante i suoi 5 anni, aveva l’altezza di una bambina e tutti la
prendevano in giro per questo.
SEI UNA BAMBINA! SEI UNA BAMBINA!
E lei piangeva di questo, perché è dura per una bambina essere alta come una bambina.
Si disperava, Rossella.
Suo padre Sergio Mascella le comprò un cane per farle compagnia, ma il cane, che non notò che la bambina bassa era in realtà solo una bambina, se la mangiò.
La morale di questa storia è che se sei bassa, almeno non metterti vicino ad un cane.

lunedì 4 giugno 2012

Il pellicano viaggiatore.


Questa è la storia di Tino il Pellicano, che visse mille vite.
Volando da una città all’altra fece molte conoscenze e per sopravvivere fece tanti lavori.
Fece l’indiano a Nuova Delhi .
La statua a New York.
La punta dell’iceberg in Alaska.
Il tanga a Rio de Janeiro.
L’occhiolino in Cina.
La matrioska in Russia, ma rimase intrappolato e morì.

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