martedì 19 febbraio 2013

Le scarpe armoniche

Musicisto era un bambino ricco di iniziativa ma povero in canna.
Ma aveva un asso nella manica, cosa che gli procurava un gran fastidio intorno al polso: era musicista.
Chi l’avrebbe mai detto?
Musicisto un musicista! Pensa la vita a volte come è strana e bizzarra.
Musicisto coltivava il sogno di suonare le sue scarpe armoniche sulle grandi navi da crociera.
Al solo pensiero di suonare quelle vecchie scarpe musicali regalategli da nonno Caduto Interra gli veniva il magone.
Prima di arrivare asuonare sulle navi fece la solita gavetta, la trafila che fanno un po’ tutti prima di raggiungere quel traguardo: cominciò a suonare dapprima sulle barche dei pescatori, poi sui piccoli pescherecci, poi su quelli più grandi, poi sulle tonnare, una piccola parentesi in un sontuoso castello, poi sulle baleniere per arrivare infine su una grande nave da crociera.
Che affondò.

mercoledì 13 febbraio 2013

La fiaba di Johnny Fortuna.

Nessuno era più fortunato di Johnny Fortuna.
Se uno vinceva alla lotteria, lui ne vinceva due.
Se un tizio trovava un quadrifoglio per terra, lui ne aveva un intero stock.
Era davvero fortunatissimo.
Non c’era giorno che Johnny non vincesse qualcosa: un milione, un miliardo, una vacanza, un viaggio, una donna, un cane a ore, una televisione, un satellite satellitare, un telefonino, un impianto gpl, un inceneritore.
Johnny Fortuna vinse anche una tigre alla lotteria del “Palio delle cose di Polizia”, con tanto di certificato di autenticità e di fame. La tigre infatti se lo mangiò vivo, ma poi morì di stanchezza.

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lunedì 11 febbraio 2013

La governante e la bambina.


La piccola miss Lavinia era una povera bambina obbligata da una spiacevole disgrazia a passare tutto il tempo a letto. A badare alla piccola c’era la governante Einz Zwei, una istitutrice della vecchia scuola, tutta bacchetta, spranghe e maniere forti.
Einz Zwei un giorno rientrò in casa e non trovando miss Lavinia a letto si arrabbiò tantissimo.
Prese una mazza da baseball e cominciò a spaccare piatti, stoviglie, cassetti, angoli e putrelle.
Miss Lavinia in realtà si era solo alzata per andare in bagno, unica cosa consentita dal medico.
Einz Zwei, presa dall’amarezza e della sconforto, si punì ingerendo un intero silo di olio di ricino e morì.
Miss Lavinia, risentita dal fatto che l’olio di ricino era per i gatti e non per le istitutrici, decise di toglierle il saluto.

Il cigno e la trota.

Nel laghetto del ruscello dorato vivevano una trota salmonata e un cigno salmonato.
Erano molto amici, finché un giorno non litigarono per una banale questione di donne e si sfidarono in una gara davvero singolare.
“Vediamo chi corre più veloce”, disse il cigno.
“Perderai di sicuro”, disse la trota.
“Lo vedremo al fotofinish”, replicò il cigno.
E venne il giorno della gara.
Il giudice dette inizio alla competizione, sparando un colpo di pistola sul cigno, che si accasciò sull’acqua.
La trota si era comprata il giudice.

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domenica 10 febbraio 2013

La triste storia di Calamito.


Calamito era un bimbo buono e diligente, caratteristiche tipiche di tutti i bimbi nati in ospedale, che contrariamente a quelli nati in casa non godono di infermiera.
Calamito aveva una dote senza pari: sapeva disegnare dei cerchi perfetti senza la minima traccia di centro.
Anche a volerlo cercare non c’era, ma proprio niente.
Tutti i bimbi del paese lo acclamavano festanti e gli dicevano di farsi vedere, che non era normare quella cosa, che forse aveva dei problemi psichici pazzeschi tipo abbandono di cani o mancanza di affetto da parte di padre e di madre.
Mille feste per Calamito che invece non accolse bene quelle lusinghe e quei complimenti e decise di fare una vacanza per staccare un po’ la testa, cosa che avvenne fisicamente in un’isola delle Fragoline, nel cattivissimo arcipelago delle Barbadoge.

venerdì 8 febbraio 2013

Sottaceto e i tre pisellini.

Al galoppo del suo destriero, nelle vaste praterie del borgo di Piedecurato, vagava errante il cavalier Sottaceto, amato da vecchi, donne e bambini, anche se lui preferiva le donne. 
Sottaceto era un bell’uomo ma non voleva che la gente glielo facesse notare poiché era molto permaloso e per questo genere di critiche andava su tutte le furie.
Un dì il suo cavallo gli disse: “Ma con questa bella giornata, perché non ce ne andiamo al fiume a fare una scampagnata? Eh?” 
Sottaceto disse: “Almeno portiamoci qualcosa da mangiare!” 
Così il cavaliere comprò dal vecchio Magistretti tre pisellini grossi e maturi. 
Il cavallo vide la scena e gli disse: “Ma non era meglio fare un aperitivo?” 
Sottaceto, verde di rabbia, scese dal suo destriero, lo guardò fisso negli occhi e il cavallo non poté fare altro che ammalarsi gravemente e morire.

martedì 5 febbraio 2013

Il piccolo signore delle previsioni del tempo.

Nel castello dei signori Parlagrossa c’era un piccolo signore aguzzo e occhialuto che si intendeva di meteorologia.
Solitamente saliva su un piccolo scranno e cominciava a dissertare sulle notizie metereologiche di tutto il mondo, tanto grande e illimitata era la sua scienza delle scienze.
Ma il piccolo signore era proprio un gran burlone.
Ogni giorno, a suo dire, il mondo tutto era invaso da temporali e anticicloni che distruggevano case e palazzi, bestie, vacche e mucche.
Ma era una burla, sicché tutti ridevano con lui.
Un giorno l’anticiclone delle Azzorre entrò in casa sua spezzandogli tutte le dita delle mani per ritorsione e lo minacciò pesantemente lasciando una foto bruciata della sua famiglia.
Il piccolo signore, spaventato, si ritirò dal lavoro e finì sopraffatto dalla noia e da una moglie cattivissima e senza cuore ma in lista d’attesa.

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