C’era una volta una regina che non riusciva mai a vincere ad un gioco di società, dal ramino alla dama.
Nonostante le sue serve e le sue donne di compagnia facessero di tutto per perdere o per farla vincere, lei proprio non riusciva.
E questa disdetta continua era fonte di grande dolore, acredine e tristume.
Perdeva a carte, ruote delle fortune, enalotti, cacce ai tesori, lippe, palle avvelenate, bolle di sapone, tric trac e sbaraglino.
Non c’era niente da fare.
Era proprio sventurata.
Ma un giorno l’inventore di corte, Martino Redditizio, che ne sapeva una più del diamine, inventò appositamente per lei il gioco degli “scacchi a uno”.
Era matematicamente impossibile perdere.
La regina infatti finalmente poté cominciare a giocare felice e raggiante, almeno fin quando, perseguitata dalla sfortuna, perse ancora, piangendo lacrime amare che nel giro di poco diventarono acide e le corrosero la faccia.
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